Fin dagli anni Trenta non esiste una architettura fiorentina importante della quale Gino Barsotti non si sia occupato: si va dalle opere del razionalismo toscano di Gherardo Bosio, a quelle di Raffaello Fagnoni e dell’ingegnere Enrico Bianchini, alle architetture di Nello Baroni (come il cinema-teatro Rex di via Nazionale), a quelle di Giuseppe G. Gori (come le suggestive riprese del Mercato dei Fiori di Pescia, progetto vincitore di concorso nel 1949 con il gruppo Quadrifoglio) a quelle del gruppo di Maurizio Tempestini, e Pietro Porcinai. Con quest’ultimo, paesaggista, è l’occasione per affrontare un genere speciale della fotografia, richiedendo il piccolo giardino urbano come il parco della grande villa specifiche accortezze tecniche e capacità interpretative.
Un architetto con cui Barsotti lavorò già a partire dagli anni ’20 fu il pistoiese Giovanni Michelucci: un rapporto di collaborazione nato prima della guerra ma sviluppatosi soprattutto nel corso degli anni ’40 e ’50. Proprio in questi decenni troviamo Barsotti impegnato nel documentare le opere che Michelucci esegue nella sua Pistoia: la piccola chiesa dei Santi Pietro e Girolamo a Collina di Pontelungo, le chiese delle Sante Marie e Tecla alla Vergine; tra le immagini di opere importanti del maestro precedenti la guerra si impongono quelle del Palazzo del Governo di Arezzo e quelle di Villa Vittoria al Forte dei Marmi.
Con sempre maggior evidenza l’opera di Gino Barsotti emerge, in mancanza di un archivio delle negative cui riferirsi, dallo spoglio di vari archivi. Così circa 200 stampe relative a circa 21 progetti sono state rintracciate e schedate presso la Fondazione Michelucci di Fiesole che, come è noto, conserva elaborati grafici, carteggi e documenti vari dell’architetto. Si tratta di una serie di scatti che vanno integrati con quelli conservati da istituzioni pubbliche e private come il Centro Didattico Nazionale, o la Cassa di Risparmio di Firenze che affidarono incarichi a Michelucci.
All’inizio degli anni Sessanta le riprese “architettoniche” di Gino sembrano tuttavia diradarsi, tuttavia restano di quel periodo alcuni esempi significativi di interventi su opere michelucciane, come la celeberrima Chiesa di San Giovanni Battista dell’Autostrada del Sole e l’altrettanto celebre Santuario della Vergine della Consolazione a San Marino.