Sono state molte le figure femminili di eccellenza nel campo educativo nel suddetto contesto locale: oltre alle già citate Eulalia Sannini e Paolina Palamidessi, si ricordano donne dalle esperienze estremamente diverse ma esemplificative di un’epoca di cambiamento.
Molte di loro legarono la propria attività e la propria formazione all’esperienza risorgimentale.
Anna Gherardi (1809-1883) si dedicò sin da giovanissima all’insegnamento; sposatasi col patriota pistoiese Paolo Corsini, ne condivise gli orientamenti politici. Dopo l’arresto del marito, per far fronte alle difficoltà economiche, mise nuovamente a frutto il suo lavoro, prima dando lezione nel Conservatorio di S. Giovanni Battista di Pistoia, poi nel ruolo di ispettrice nell’Istituto femminile delle Peschiere a Genova.
Giulia Civinini (1838-1907), rimasta orfana da bambina, crebbe in un clima familiare dolente, accentuato dal carcere e dall’esilio del fratello che la stimolò a farsi una cultura. Con un matrimonio sfortunato alle spalle, iniziò a pubblicare le proprie opere e nel 1865 aprì a Pistoia, nel Conservatorio di S. Giovanni Battista, una scuola femminile che si sviluppò rapidamente.
Luisa Paladini, figlia di un funzionario lucchese del Regno d’Italia, nacque a Milano nel 1810 dando sin da giovanissima testimonianza di predisposizioni letterarie. Interessata ai problemi educativi, pubblicò un saggio sull’istruzione pubblica nel Ducato di Lucca e poi un “Manuale per le giovinette italiane”; dopo l’Unità fu nominata sovrintendente agli Asili Infantili di Lucca e poi direttrice della Scuola Normale di Firenze. Nel 1872 morì a Lecce, dove le era stata affidata la direzione dell’Educandato femminile.
Accanto a queste esperienze di “istruzione” tradizionale si distinguono iniziative legate all’istruzione dei ceti meno abbienti, soprattutto della sempre più numerosa classe operaia; si ricordi in questo senso l’azione di Flavia Cantagalli; figlia del proprietario di una fabbrica fiorentina di maioliche artistiche, alla morte del padre nel 1901 assunse la direzione della fabbrica assieme alla madre. Nel 1904 sposò Neri Farina Cini, proprietario dell’omonima cartiera, e si trasferì a La Lima pistoiese, dove avviò iniziative pedagogiche d’avanguardia per le famiglie e i figli degli operai della fabbrica. Durante l’epidemia di spagnola inventò e seguì personalmente un servizio sanitario itinerante per le frazioni montane più isolate.
Altre figure da ricordare sono Elena Cini, figlia di un industriale cartaio di San Marcello Pistoiese, che nel 1870 prese l’iniziativa di aprire a San Marcello un orfanotrofio femminile per le fanciulle orfane o di famiglie miserabili dei comuni montani, cui fece seguito con altre attività filantropiche a Firenze; o Giuseppina Martinelli (1901-1982). La Martinelli, nata a Colognora di Compito, studiò a Lucca in un educandato femminile e ottenuto il titolo di maestra, insegnò per alcuni anni nelle zone natie; decise di iscriversi all’università e nonostante gli impegni di lavoro e famiglia si laureò in matematica quando già insegnava questa materia all’Avviamento professionale di Pistoia. Ottenuto il trasferimento a Lucca, alla fine degli anni ’50 fondò l’Istituto professionale superiore femminile Civitali, di cui fu preside fino al pensionamento.