Archivi in Toscana

Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi

La vetrina dei segreti

a cura di R. Romanelli, 25 aprile 2015

La passione nel cassetto del Conte Barbolani

Diomira Franchi Del Campana, Ritratto del Conte Federigo Barbolani da Montauto
1789, olio su tela, collezione privata

Questi documenti sono conservati presso l'Archivio privato della famiglia Barbolani di Montauto, Anghiari

 

Federigo Barbolani discendeva da una famiglia di antica nobiltà feudale radicata nella contea di Montauto, situata a nord est di Arezzo. Egli nacque nel 1742, figlio secondogenito del conte Francesco Ulisse (1708-1791) e di Clarice di Francesco Ricoveri (1722-1761), trascorse gli anni della sua formazione nel Collegio dei padri scolopi di Urbino, si addottorò in legge e perfezionò i suoi studi presso l’Accademia fiorentina.

La vita di Federigo si incrociò con quella di un infaticabile innovatore, Pietro Leopoldo di Lorena granduca di Toscana il quale, colpito dall’intelligenza del giovane e dalle sue capacità organizzative, se ne servì in modo continuativo fino alla sua prematura morte. Quando il Lorena, nel 1765, si accingeva a partire per la Toscana, proprio Federigo fu inviato a Vienna a rendergli gli onori degli uomini del suo nuovo stato. Di lì a poco, iniziò per Federigo Barbolani il vortice di incarichi che lo vedranno partecipe nelle commissioni cardine delle riforme leopoldine in Toscana, in special modo quelle relative alla gestione del territorio, all’amministrazione e al fisco.

Nel 1767 fu aiuto del Soprassindaco dei Nove, Giovan Battista Uguccioni, nel periodo che preludeva alla cessazione delle attività dei Nove conservatori della giurisdizione e dominio fiorentino per il loro trasferimento alla Camera delle comunità del ’69. Nel 1769 fu eletto provveditore delle Decime del contado, altra magistratura che era in procinto di essere smantellata per decentrare la riscossione dei tributi alle singole comunità. Il dibattito che si accese coinvolse anche la Commissione per la formazione degli estimi, nella quale egli fu chiamato, nel 1778, insieme a Nelli, Neri, Ippoliti e Pagnini, del quale il nostro condivideva le simpatie per l’impostazione fisiocratica.

Nel 1773 Federigo Barbolani era stato chiamato al ruolo di provveditore del Monte di Pietà, per prepararne il passaggio al nuovo Monte Comune, e nel settembre fu incaricato della liquidazione del patrimonio dei gesuiti in Toscana, soppressi da Clemente XIV due mesi prima. Un mandato altrettanto impegnativo fu quello che riguardava la definizione dei confini fra il Granducato e lo Stato della Chiesa finalizzata alla bonifica delle Chiane e conclusa con l’accordo del gennaio 1781. A quella data risale l’ultimo incarico fiorentino di Federigo, di presiedere l’ufficio delle Regie Possessioni, organo destinato a essere assorbito nella centrale Segreteria di Finanze. Dopodiché, nel 1782 Il Barbolani fu inviato a Livorno per assumervi la carica di Governatore; carica di prestigio ma che lo poneva ai margini del dibattito sulle riforme che si stava svolgendo nella capitale.

Pietro Leopoldo proprio in quegli anni manifestò il suo interesse per le fortificazioni litoranee, necessarie per contrastare le incursioni dei pirati, per il controllo doganale e, soprattutto, per garantire alla popolazione la sicurezza sanitaria; al Barbolani commissionò l’ispezione dell’intera costa toscana. Questi ebbe finalmente modo di dare sfogo alla sua grande passione per l’architettura, maturata anni prima nel corso dei lavori di restauro alla Villa di famiglia a Palazzetti (Arezzo), partecipando in prima persona al dibattito sull’edilizia fortificata e alla progettazione di alcuni edifici, per i quali elaborò i disegni esecutivi. Fra tutti è stato studiato con particolare passione e interesse quello di Forte dei Marmi e la ricerca è ancora in corso.

Per tornare al Barbolani, l’aria del mare e le cure ai Bagni di S. Giuliano non valsero a combattere il difetto cardiaco di cui soffriva e il 20 novembre 1788 morì a 46 anni lasciando la moglie, Luisa Lorenzi Ughi, e quattro figli in tenera età.

Photogallery