Archivi in Toscana

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Archivi di organizzazioni e personalità politiche

L'Italia al voto
La domenica del Corriere, 25 maggio 1958

Gli archivi delle organizzazioni politiche toscane, già depauperati durante il ventennio fascista e nel clima della “guerra fredda”, hanno subito ulteriori dispersioni in seguito alla crisi che alla fine del secolo scorso ha portato alla dissoluzione della maggior parte delle formazioni politiche; questo senza dimenticare i casi in cui le carte delle personalità politiche hanno finito per incorporare le carte delle federazioni nelle quali operavano. Solitamente gli archivi partitici sono stati ereditati da nuove formazioni politiche o hanno trovato ospitalità presso istituzioni culturali e centri di documentazione.

In area fiorentina si ricordano i casi dell’Istituto Gramsci toscano che conserva l'archivio della  Federazione fiorentina del Partito comunista italiano, e della Fondazione Filippo Turati che conserva i fondi della Direzione Nazionale del PSI e del PSDI, oltre a numerosi fondi di persona. L'Istituto Storico della Resistenza in Toscana raccoglie un'ingente e qualificata serie di Fondi documentari di organizzazioni e personalità, inerenti alla storia del fascismo e dell'antifascismo e della Resistenza, italiani e toscani (si ricordano gli archivi di Piero Calamandrei, Carlo Rosselli, Gaetano Salvemini, oltre agli archivi del Comitato Toscano di Liberazione e del Partito d'Azione). A questo nucleo centrale, l'archivio ha progressivamente affiancato una crescente documentazione relativa alla storia della società toscana, con particolare attenzione alla storia delle classi subalterne e del movimento operaio e contadino, dalla fine del secolo XIX fino agli anni Cinquanta del Novecento.
Per quanto riguarda l’ambito democristiano, si ricorda l’Archivio Giorgio La Pira, conservato presso l’omonima fondazione, che è stato parzialmente oggetto di digitalizzazione e descrizione online. Alcuni di questi istituti hanno aderito al sistema informativo Archivi del Novecento.

La documentazione politica che ha inevitabilmente conosciuto le maggiori dispersioni è senz’altro quella prodotta dalle sezioni locali dei partiti, organizzazioni in generale prive di risorse logistiche stabili anche quando erano attive. Uno dei rari casi in cui tali carte hanno alla fine trovato ospitalità è quello delle organizzazioni fiesolane: l’Archivio Storico del Comune di Fiesole conserva infatti le carte delle sezioni locali del Partito Comunista, del Partito Socialista e della Democrazia Cristiana.

In altre province un ruolo decisivo nella salvaguardia degli archivi dei partiti e, più in generale, politici, è stato rivestito dagli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, che conservano le carte di alcune federazioni provinciali di partito e di molti esponenti politici locali, come l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea della Provincia di Livorno, che conserva tra l’altro gli archivi delle federazioni livornesi della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista Italiano, o l'Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell'Età Contemporanea.

In area senese l’ASMOS (Archivio storico del Movimento Operaio Democratico senese) raccoglie diversi fondi e appendici, tra cui quello della  Federazione locale del Partito Comunista Italiano; a Pisa un istituto culturale ricco di documentazione d’interesse politico è la Biblioteca Franco Serantini, che conserva tra l’altro carte del movimento anarchico e dei movimenti politici sviluppatesi nel corso della seconda metà del Novecento.

Sul territorio regionale ha sede, in stretta connessione con l'Istituto Universitario Europeo, l'Archivi storici dell'Unione europea in cui sono conservati importanti fondi archivistici di personalità politiche come Alcide De Gasperi.

Un discorso a parte meritano le carte relative al periodo resistenziale e dell’immediato dopoguerra, conservate in generale presso gli Istituti della Resistenza provinciali (oltre ai già citati istituti si ricordano quelli di Lucca, Pontremoli, Pistoia e Siena), anche se talvolta le carte dei CLN locali si trovano negli archivi comunali.

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