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La vetrina dei segreti

A cura di Barbara Grazzini, 10 luglio 2015

Il fantasma del cinematografo. Il cinema Roma scomparso

L'area di costruzione del cinema Roma
Archivio storico del comune di Firenze, CF 7301

Questo documento è conservato presso l'Archivio storico del comune di Firenze

In un’epoca di cinema multisala e di visioni 3D può destare curiosità il progetto di un “salone per proiezioni cinematografiche”  fra via dell’Ulivo e via Verdi che risale a quasi cento anni fa?

Si tratta della richiesta di permesso per la costruzione del cinematografo Roma presentata nel 1928 dal signor Giovanni Pieri nell’interesse di Ottorino Bencivenni: in un primo momento il parere della Commissione edilizia fu contrario alla costruzione “considerato che le porte di sicurezza non si aprono sulla strada ma su di un angusto corridoio che ha l’uscita a mezzo di una sola porta sulla strada”. Inoltre con il nuovo edificio sarebbero peggiorate “le condizioni di aria e di luce dei fabbricati laterali”: il fascicolo contiene infatti anche un ricorso da parte dei proprietari limitrofi e degli inquilini che non vedevano di buon occhio il fatto che al posto del preesistente giardino sorgesse quel locale da adibirsi “a scopo esclusivamente voluttuario”.
La modifica al progetto presentata successivamente, che prevedeva tre uscite dirette su via dell’Ulivo, con miglioramento delle possibilità di sfollamento, fu approvata dalla commissione, e nel mese di ottobre il permesso fu rilasciato. Di lì a pochi mesi il cinema fu valorizzato con l’apposizione di una marquise in ferro e vetri sopra all’ingresso principale di via Verdi.

La sala per proiezioni, che sorgeva nell’isolato che è ora occupato dal palazzo delle Poste e Telecomunicazioni progettato dall’architetto Giovanni Michelucci nel 1960, ebbe vita molto breve. Infatti l’area fu interessata, a partire dalla seconda metà degli anni Trenta, dal “risanamento” di S. Croce, operazione con la quale anche tramite apposite commissioni e concorsi si intese bonificare e valorizzare il quartiere.
Il risanamento, che nelle intenzioni avrebbe dovuto riguardare anche la zona compresa fra via dell’Agnolo e via Ghibellina, investì l’area fra via Pietrapiana, piazza dei Ciompi, via Buonarroti, via dell’Agnolo, via Verdi e la attuale piazza Salvemini. Come già avvenne in occasione di risanamenti precedenti – primo fra tutti quello del centro – alla bonifica si affiancò la demolizione di strutture prestigiose come il settecentesco Teatro Alfieri e la farmacia del Canto alle Rondini.
In particolare, la superficie occupata dal cinema Roma è riconoscibile nella fotografia soprastante, datata 1937, grazie alla presenza delle quattro arcate preesistenti alla sua costruzione visibili anche nella sezione trasversale del progetto presentato.

Il salone andò per pochi anni ad arricchire un'area che offriva varie opportunità agli amanti dello spettacolo: ricordiamo, oltre al Teatro Alfieri, anche il cinema Garibaldi, che si trovava nell’edificio che attualmente ospita il supermercato Conad di via Pietrapiana.

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