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18 marzo 2017

Il buon secolo della pittura senese. Dalla Maniera moderna al Lume Caravaggesco

Dal 18 marzo al 30 giugno 2017, nei tre siti di Montepulciano, San Quirico d'Orcia e Pienza si terrà la mostra "IL BUON SECOLO DELLA PITTURA SENESE. Dalla Maniera moderna al Lume Caravaggesco".

La mostra è dedicata ad uno specifico periodo storico che va dagli inizi del XVI alla metà del XVII secolo, quando l’arte senese brillava di eccellenti e singolari personalità artistiche, a tutt’oggi, nella maggior parte dei casi, ancora troppo poco note al grande pubblico. Allo scopo di migliorare la loro conoscenza, nasce l’idea di questa originale rassegna in cui le città di Montepulciano, S. Quirico d’Orcia e Pienza ospitano ciascuna, prendendo spunto da un capolavoro che si trova già sul loro territorio, una sezione espositiva dedicata ad un importante artista senese ed al suo ambiente. Ogni settore prevede, inoltre, un itinerario alla scoperta di opere altrettanto significative rispetto a quelle esposte ma che, per varie ragioni, sono rimaste nelle loro sedi originali. Questa soluzione permette di completare idealmente la visita con il valore aggiunto di percorrere e scoprire una terra splendida e magnificamente conservata. Tutte le opere in mostra provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private, chiese ed istituzioni religiose, allo scopo di  donare ai visitatori una visione quanto più esaustiva possibile di un grande secolo un poco dimenticato.

In particolare a Montepulciano, presso il Museo Civico Pinacoteca Crociani, si parte dal ritrovamento di documenti e registri, conservati presso l’Archivio Storico della Biblioteca Archivio Piero Calamandrei che attestano la presenza e l’attività di Domenico Beccafumi in Montepulciano agli inizi del ‘500, è stato possibile attribuire la S. Agnese Segni del Museo Civico al Beccafumi giovane. La scoperta delle attestazioni archivistiche è avvenuta grazie al prof. Andrea Giorgi dell’Università degli Studi di Trento e alla dottoressa Francesca Cenni, archivista della biblioteca, che lavorando al progetto di riordino dell’archivio Storico del Comune si sono imbattuti in un registro che annotava il pagamento al pittore Beccafumi di una Sant’Agnese. Da questa scoperta sono partiti, quindi, una serie di studi che come indicano i curatori Alessandro Angelini e Roberto Longi “ha riproposto all’attenzione del pubblico e della critica un metodo di ricerca capace di ottenere risultati altamente positivi, correlando la ricerca storica d’archivio con l’analisi dell’opera d’arte secondo il metodo filologico dei conoscitori”. Questa tela, in assenza del documento, non era stata finora riconosciuta come opera del grande maestro perché in effetti non si tratta di un capolavoro che seduce a prima vista, di quelli ai quali siamo abituati in una società che spesso tratta le opere d’arte come feticci da ammirare.

La sezione poliziana si occupa di illustrare, dapprima, i documenti e le testimonianze che hanno reso possibile la nuova attribuzione e, successivamente, di analizzare le notevoli problematiche inerenti la personalità artistica del  giovane Beccafumi,  ospitando un nutrito numero di sue opere assieme a capolavori del Sodoma, di Girolamo Genga, Fra’ Bartolomeo, Andrea del Brescianino, Girolamo di Giovanni del Pacchia e Lorenzo di Mariano detto il Marrina, protagonisti dell’ambiente artistico senese nel primo decennio del’500.

Fonte: Il buon secolo senese