Sulla riva sud dell'Arno, in Palazzo Lanfredini sul Lungarno Guicciardini, ha oggi sede il Centro culturale dell'Istituto Britannico di Firenze. Fondato nel 1917, esso è testimone di una storia di relazioni cordiali esistite tra Italia e Inghilterra ben prima della sua nascita. La biblioteca e l’archivio da esso custoditi infatti, con le loro collezioni e con i loro documenti, ci portano in epoche precedenti la data della sua fondazione, nel pieno Ottocento fino a toccare la fine del Settecento.
L’archivio dell'Istituto Britannico è diviso in due fondi distinti: l’archivio proprio dell’Istituto e quello che potremmo denominare “collezioni speciali” che comprende i singoli fondi documentari che furono donati all’Istituto Britannico di Firenze per le loro connessioni con l’istituto stesso, o con la città di Firenze.
L’archivio proprio dell’Istituto Britannico è di inestimabile valore per conoscere il funzionamento di un’istituzione culturale britannica in un paese straniero: esso ci illustra non solo le sue relazioni con il paese che lo ospita, ma anche quelle con il proprio governo e le sue istituzioni in patria.
Archivi e carte di persone e famiglie comprendono la collezione Horner di diari del XIX secolo, la collezione Hutton di manoscritti e corrispondenza del XX secolo, la collezione Maquay di diari, copialettere e carteggi del XIX e XX secolo, la collezione Waterfield comprendente carteggio, copialettere e manoscritti del XX secolo. A questi si aggiungono fondi più piccoli, non ancora schedati, e i fondi dello scenografo Edward Gordon Craig e la scrittrice Vernon Lee che però consistono in larga misura di materiale librario; i libri della Lee sono pienamente annotati dalla scrittrice.
La collezione Horner consiste di tre diari e il manoscritto di un libro illustrato per una bambina. Susan Horner (1816-1900) si distinse come scrittrice di cose italiane ed è soprattutto ricordata come autrice di una guida di Firenze, scritta con la sorella Joanna, Walks in Florence and its Environs (Londra 1873). Il primo diario della collezione fu scritto dalla zia di Susan, A.W. Power, e copre il periodo trascorso da lei in compagnia del marito, il Maggiore Power, visitando l’Italia intorno al 1820. Gli altri due diari sono invece di Susan stessa e si riferiscono a due periodi di soggiorno in Italia. Il primo copre gli anni 1847-48 e ricorda la visita di numerose città italiane ed europee. Il secondo diario copre invece interamente il periodo 1861-1862, trascorso da Susan con i genitori e la sorella Joanna a Firenze. Le sorelle Horner avevano importanti relazioni con i circoli intellettuali di orientamento liberale della società fiorentina di fine secolo; la fama dei libri di Susan era una buona base per la sua notorietà anche in Italia. Ci offre inoltre molte informazioni sulla vita della comunità inglese a Firenze, sulle sue abitudini e sulle sue relazioni con la comunità italiana ed è illustrato con molti disegni di mano di Susan e di rare fotografie d’epoca.
La collezione Hutton consiste di oltre 500 lettere, più di 60 manoscritti e dattiloscritti, ritagli di giornale, appunti e lavori pubblicati. Nato nel 1875, Edward Hutton fece il suo primo viaggio in Italia quando aveva ventun’anni. Nella primavera del 1901 affittò la “Casa di Boccaccio” a Ponte a Mensola; qui Hutton cominciò a scrivere i libri di viaggio che lo resero famoso, The Cities of Umbria (Londra 1907), Country Walks about Florence (London, 1908), Siena and Southern Tuscany (Londra, 1910), Venice and Venetia (Londra, 1911), Rome (Londra, 1912) e Naples and Southern Italy (Londra, 1915). A Hutton infine si deve un importante lavoro biografico sul Boccaccio (pubblicato a Londra nel 1910), che ancora oggi viene citato e raccomandato nelle bibliografie. Durante la prima guerra mondiale la sua attività a Firenze contribuì alla fondazione dell’Istituto Britannico e nel 1918 fondò l’Anglo-Italian Review.
La collezione Maquay riguarda una famiglia di origine anglo-irlandese; la loro connessione con Firenze è data da John Leland Maquay (1791-1868) che sposò nel 1828 Elena Gigli e visse a Firenze per oltre trent’anni, dove fondò una banca, la Pakenham&Maquay. I suoi quattro figli nacquero tutti a Firenze e due continuarono ad esercitare l’attività bancaria. La collezione consiste in diari privati, carteggio sia privato che pubblico, documenti relativi a tre generazioni della famiglia. Dei 44 diari, una grande parte furono scritti da John Leland Maquy e coprono il periodo che va dal 1810 al 1862. I primi anni si riferiscono alla sua attività e ai suoi viaggi di lavoro in Canada e negli Stati Uniti. Dagli anni '20 in poi, quando si stabilisce a Firenze, i diari sono dedicati non solo a questioni di lavoro (alcuni contengono anche conti) ma anche a faccende famigliari. Nel corso degli anni l’enfasi data a questo o quel argomento cambia, pochi sono comunque gli accenni alla politica nazionale o internazionale, mentre troviamo naturalmente ricordi della vita della comunità inglese a Firenze e dei suoi contatti con quella italiana. Egli fu anche tra i fondatori della chiesa inglese a Firenze intitolata alla Santa Trinità e patrocinatore della sua biblioteca circolante. Altri diari e copialettere della madre di Maquay, dalla sua moglie e figli ci portano in Irlanda, in Crimea e in India
La collezione Waterfield giunse all’Istituto attraverso la famiglia Beevor tra il 2001 e il 2005. Kinta Beevor, autrice di A Tuscan Childhood (1993) è figlia di Lina Waterfield, uno dei fondatori dell’Istituto. Lina Waterfield, nata Duff Gordon nel 1874, alla morte di sua madre avvenuta nel 1889 venne presa sotto la tutela dalla zia paterna, Janet Ross (1842-1927) che viveva a Firenze a Poggio Gherardo vicino a Settignano ed era una nota scrittrice e un membro attivo della comunità inglese. Un racconto autobiografico della vita fiorentina di questa comunità è nella sua autobiografia The Fourth Generation (Londra 1912). Janet era figlia di Lucie Duff Gordon (1821 – 1869) autrice delle bellissime Letters from Egypt. La collezione contiene oltre 700 lettere. La maggior parte dei carteggi riguardano Janet Ross e Lina Waterfield, tra cui di particolare interesse le lettere scambiate con Mary Berenson e Madge Symonds Vaughan. Nella collezione sono inoltre pervenuti tre manoscritti inediti di memorie: quello su Janet Ross della Vaughan, quello sulle sorelle Berry di Caroline Duff Gordon e uno sulla famiglia, scritta sempre da Caroline. Vi è presente anche il manoscritto rimasto inedito della vita di Janet Ross scritta dal nipote, Gordon Waterfield. Altro materiale relativo a Janet Ross è rappresentato dai sui album di fotografie e di ritagli di giornali.