Quasi sempre presente, anche in primo piano, nelle vedute e nelle fotografie di Firenze, l'Arno era ed è ancora oggi parte integrante della città. La vicinanza di un fiume, infatti, ha favorito fin dalla preistoria gli insediamenti umani: l'acqua ha rappresentato una risorsa per qualsiasi civiltà. Molte importanti città italiane ed europee, nel corso dei secoli, si sono sviluppate vicino a un fiume: Parigi, Londra, Budapest, Francoforte, ecc. Così è stato anche per "Florentia", un piccolo borgo fondato dai Romani nel I secolo a.C. sulle rive dell'Arno in un punto strategico, alla confluenza del fiume Mugnone, circondato da una palude che facilitava il movimento di truppe e rifornimenti. L'acqua dell'Arno era ricca di pesce, serviva per far muovere i mulini, era indispensabile alla vita quotidiana, ma poteva anche trasformarsi, all'improvviso, in una minaccia: lo testimoniano le cronache dei tempi antichi, e anche i nomi di alcune strade vicino al fiume: via del Diluvio (oggi via Verdi), via Sguazza, via del Padule.

I fiorentini hanno cercato di proteggere la città dalla violenza delle piene dell'Arno, un fiume "ribelle" che negli ultimi 600 anni è straripato più di cinquanta volte: in qualche caso - nel 1844 e nel 1966 - in modo assai drammatico. Fermiamoci dunque a osservare questo "amico/nemico" dei fiorentini, in un breve ma intenso periodo della storia cittadina, che dalla fine del '700 arriva fino alla metà del XIX secolo, analizzando in particolar modo alcuni aspetti che talvolta sembrano sfuggirci: i mestieri e l’uso, anche ludico, che fino a tempi recenti si è fatto del fiume.