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Piantai l'erba cedrina... Giovanni Pascoli a Barga

a cura di Sara Moscardini, marzo 2017

L'arrivo a Castelvecchio

Maria Pascoli con i padri scolopi Pistelli e Pietrobono e il cagnolino Gulì
nel giardino di Casa Pascoli (Archivio Giovanni Pascoli, Foto, I.2.48)

La storia dell’arrivo di Pascoli a Barga è tanto affascinante quanto frutto del caso. Il poeta nacque nel 1855 a 300 chilometri di distanza, a San Mauro di Romagna, da una benestante famiglia. Il padre Ruggero, amministratore della tenuta “La Torre” dei principi Torlonia, morì assassinato in circostanze mai chiarite quando Giovanni aveva solo dodici anni; a questo lutto seguirono la morte della madre e dei fratelli maggiori. Dopo i brillanti studi scolastici e un turbolento periodo universitario Pascoli intraprese la carriera di insegnante cominciando a peregrinare da un estremo all’altro della penisola, a seconda di dove lo portavano gli impegni di docenza: Matera, Massa (dove si unirono a lui le sorelle minori Ida e Maria, ricostituendo il “nido” familiare) e Livorno.

Proprio nella città labronica, durante il periodo di insegnamento presso il liceo Niccolini, Pascoli cominciò a meditare sulla necessità di trovarsi un buen retiro in campagna. Questa volontà rispecchiava da una parte il desiderio di fuggire un mondo e una società vittime dell’alienazione, dall’altra una concezione idealizzata della campagna come riparo e della natura come elemento generativo di ispirazione poetica. A questi alti ideali si aggiungeva poi la necessità di superare lo shock del matrimonio della sorella Ida, scelta vissuta da Giovanni e Maria come un tradimento che andava a sfaldare il nido ricostruito a fatica dopo la morte degli altri congiunti. 

Tutte queste ragioni spinsero Pascoli alla ricerca di una casa in campagna. Il poeta conobbe casualmente l’esistenza di Barga tramite due amici originari del luogo: Giulio Giuliani, insegnante nel liceo di Pisa, e Carlo Conti, amministratore del Collegio San Giorgio dell’Ardenza. Pascoli vi si recò in visita ai primi del mese di settembre: il luogo non era allora facilmente raggiungibile, poiché la ferrovia si fermava a Lucca, da dove per raggiungere la cittadina occorrevano almeno cinque ore di carrozza. Il poeta decise di affittare una villa settecentesca ubicata a Castelvecchio e proprietà della famiglia Cardosi – Carrara. Il giorno scelto per il trasloco fu il 15 ottobre 1895, data non casuale in quanto genetliaco del poeta bucolico Virgilio: nascita di Virglio, rinascita poetica di Pascoli sotto i migliori auspici. Da quel momento il poeta alternò i soggiorni a Castelvecchio ai periodi trascorsi nelle città dove lo portavano gli impegni di docenza; la “bicocca di Caprona” divenne il centro di uno dei più prolifici e felici periodi di creazione letteraria.

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