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Brevi note storiche

Quella dei Ranieri è una antica famiglia di Perugia, L’assunzione nel cognome Ranieri dell’attributo “di Sorbello” avvenne in questo modo: Altavilla dei marchesi Bourbon di Sorbello (1836-1914), figlia di Carlo Emanuele marchese di Sorbello, e ultima discendente del suo ramo, sposava nel 1859 Giovanni Antonio di Ruggero Ranieri di Perugia (1822-1893), Conte di Civitella e di Montegualandro. Ai nati dal loro matrimonio fu concesso di aggiungere al loro cognome naturale quello della madre. Dal matrimonio nascevano così Ruggero (1864-1946), che in qualità di primogenito assumeva nel 1906 il cognome e lo stemma dei Bourbon di Sorbello, per disposizione testamentaria del nonno materno, il marchese Emanuele Bourbon di Sorbello, ed Emanuele (1865-1943); sorelle furono Cecilia (che morì a Perugia nel 1920), Francesca (n. 1861) e Maria Anna (n. 1860)
Pertanto, in occasione del matrimonio di Altavilla Buorbon di Sorbello con  Giovanni Antonio Ranieri confluirono in uno stesso nucleo familiare due archivi: quello Bourbon di Sorbello e quello dei Ranieri. Il primo toccò al figlio primogenito  Ruggero, insieme all’omonimo castello: fu lui che, uomo di cultura, ebbe un proficuo rapporto con l’erudito Ugo Barbèri da lui chiamato a redigere una guida del fondo e una storia della famiglia.

Al fratello di Ruggero,  Emanuele, che si unì in matrimonio con Beatrice di Carpegna, toccò  la restante parte del patrimonio e delle carte Ranieri. In particolare egli ereditò il castello di Civitella, già contea dei Ranieri. Tuttavia dal suo matrimonio non nacquero eredi, e pertanto egli nominò suo erede il nipote Ludovico (1911- 1958). Questi, a sua volta privo di eredi, chiamò alla sua eredità il secondogenito della linea primogenita che discendeva da Ruggero, il conte Roberto Ranieri di Sorbello (n. 1943).

Con il trasferimento delle carte a Mercatale di Cortona, poche sono le carte Ranieri conservate in Umbria: un piccolo nucleo è segnalato nell’archivio Ranieri Bourbon di Sorbello. Ma il grosso e la parte più antica dei documenti rimase in mano al fratello di Ruggero, Emanuele.

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