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All'opre femminili intenta. Il lavoro delle donne in Valdinievole

a cura della Redazione del Portale, dicembre 2017

I mestieri nuovi

Una mescitrice alle Terme del Tettuccio, Montecatini, anni '30
Biblioteca comunale Buggiano

Riguardo alle occupazioni assistenziali, insieme ad alcune antiche fotografie scattate all’ospedale di Pescia, altre immagini assai rare mostrano l’attività di volontariato esercitata da donne appartenenti a famiglie benestanti: come l’invio di biancheria ai soldati nel corso della Grande Guerra, o l’assistenza alle ragazze madri nella prima metà del secolo scorso. Alle cure termali praticate a Montecatini e a Monsummano si riferiscono numerose fotografie, in cui si riprendono molte valdinievoline nei ruoli di mescitrici e fanghine.

Ampiamente rappresentate anche le attività educative e scolastiche, con fotografie talvolta molto antiche a ricordo di insegnanti il cui nome è ancora vivo in tante località, come la pesciatina maestra Calderai, ritratta con la classe serale degli scalpellini a Vellano.

Scattate in bottega e al mercato, molte immagini indicano una gamma di impiego ampia, dalle “erbivendole”, le contadine che in occasione del mercato settimanale andavano a vendere piccole quantità di verdure, di “odori”, di erbe di campo, di uova, per raggranellare modeste somme di denaro, dal “mercato della foglia” di gelso per alimentare i bachi da seta, fino ai commerci più qualificati; tra questi è un fatto singolare la presenza, già nel 1935, di una donna farmacista a Borgo a Buggiano.

C’erano poi le donne dedite all’agricoltura, comprensiva dell’allevamento del bestiame, e quelle occupate negli opifici: in Valdinievole molte attività agricole si sono spesso legate a un mercato a largo raggio o anche all’utilizzo dei prodotti nelle manifatture, come nei casi del vivaismo, della floricoltura, ma anche della lavorazione delle erbe palustri, della coltivazione e dell’essiccazione del tabacco. A Pescia vengono fotografate molte donne al lavoro nei campi di garofani o a incestare i mazzi prodotti; sono anche riprese le lavoranti “a opra” come quelle assunte per sboccettare i garofani o le innestine impiegate nei vivai d’olivo. Nel padule di Fucecchio si raccoglieva il sarello che, una volta essiccato, veniva utilizzato per rivestire i fiaschi e le damigiane o per impagliare le sedie. Anche la bachicoltura ebbe grande diffusione in Valdinevole fino alla Seconda Guerra Mondiale, soprattutto nelle famiglie di ceto medio: tutto ciò che rutoava intorno all’allevamento del baco da seta e al lavoro in filanda rappresentava per l’economia del territorio una risorsa molto importante. Altro settore trainante dell’industria valdinievolina fu quello delle cartiere: anche qui è documentata la massiccia presenza di donne, intente sia a sminuzzare stracci e cartacce da “rimpastare”, sia a essiccare e selezionare i fogli prodotti. Ci sono poi le altre industrie, con le sigaraie di Ponte Buggianese addette alla raccolta e essiccazione del tabacco; le berrettaie di Borgo a Buggiano; le cartaie e le caldaiole di Pescia.

Gli autori di questi scatti sono per la maggior parte anonimi fotografi dilettanti: i loro scatti occasionali, per riprendere un momento particolare di vita quotidiana, un ricordo di qualche parente o conoscente all’“opre femminili intenta”, hanno permesso di riproporre l’immagine e le emozioni di una realtà che sarebbe altrimenti andata perduta.

Per citare questo speciale:

Redazione del Portale, All'opre femminili intenta. Il lavoro delle donne in Valdinievole, 26, Portale Archivistico Toscano, dicembre 2017

Questo percorso è tratto dal volume di Claudia Massi, All'opre femminili intenta. Immagini d'epoca del lavoro delle donne in Valdinievole, Istituto Storico Lucchese - Sezione Storia e Storie al Femminile, 2005