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La vetrina dei segreti

A cura di Sara Pollastri, 5 maggio 2016

Quel 5 maggio di sangue. Sesto Fiorentino, 1898

Il quaderno di Delio Contini

Questi documenti sono conservati presso l'Archivio Storico del Comune di Sesto Fiorentino

La data del 5 maggio ricorre spesso nella toponomastica sestese non per ricordare la morte di Napoleone Bonaparte… bensì per ricordare uno dei più tristi episodi della storia locale: l'uccisone di 4 persone durante le manifestazioni popolari che ebbero luogo nel 1898 a seguito del rincaro del prezzo del pane. 

A Milano l’evento più celebre e sanguinoso: il generale Fiorenzo Bava Beccaris ordina di aprire il fuoco sulla folla che chiede pane e lavoro. Muoiono centinaia di persone e moltissime rimangono ferite. Tutti i libri di scuola citano questo terribile esempio di repressione. Una famosa canzone etichetterà per sempre il Bava Beccaris come “il feroce monarchico Bava”, anche se il “re buono” Umberto I lo decorerà (con la croce di grande ufficiale dell’ordine militare di Savoia al valore per aver ristabilito l’ordine nel capoluogo lombardo sconvolto da 4 giorni di tumulti).

In realtà quello di Milano fu solo il doloroso epilogo di una serie di moti spontanei esplosi in varie parti d’Italia, meno noti al grande pubblico ma ugualmente drammatici. Nell’archivio del Comune di Sesto Fiorentino si trovano vari documenti per lo più inediti che testimoniano come in piazza quel 5 maggio del 1898 c’erano soprattutto donne e bambini a gridare pane e lavoro.

Si tratta dei verbali del Consiglio Comunale del 1898, della sentenza del tribunale militare emessa contro 17 persone detenute per i fatti del 5 maggio ma anche di diari di cittadini sestesi, lavoratori della manifattura Ginori: Enrico Giusti e Emilio Pecchioli e… soprattutto del quaderno di Delio Contini, il ragazzo di soli 11 anni, vittima del fuoco delle forze governative.

Il quaderno di «Componimenti a pulito» di Delio Contini è uno di quelli che si usavano un tempo nella scuola elementare per la trascrizione in bella copia di temi ed altri compiti di Italiano, che erano buttati giù di getto nella «brutta» così come venivano e poi corretti e ricorretti fino a che non avessero acquistato una forma accettabile. Nella copertina, a tinta unita, erano stampati solo dati essenziali ed utili, come la scheda dell’orario settimanale delle lezioni, la tavola per le moltiplicazioni, la carta della regione... allora non si dava spazio a certe «frivolezze» dell’età consumistica.

Delio, che alla fine del XIX secolo frequentava la scuola elementare a Sesto Fiorentino, lo aveva utilizzato nei primi mesi del 1898. Era un bravo ragazzo, che otteneva in genere buoni voti dall’insegnante - anche se gli poteva capitare di inciampare in una nota negativa - e cercava di dare ascolto come poteva ai consigli degli adulti: non attaccarti dietro alla diligenza in corsa altrimenti puoi cascare e ti puoi far male, non seguire i compagni più grandi che invece di andare a scuola vanno al fiume a fare il bagno, specialmente dove l’acqua è più alta...

Era però anche pienamente consapevole, nonostante la giovane età, dei drammi sociali della sua epoca, come la disoccupazione che costringeva i giovani a cercar fortuna emigrando in America. Sono pochi i sogni dell’immaginario del ragazzo e fra questi c’è quello di fare qualche viaggio fuori dal solito ambiente: a Firenze e a Pisa dallo zio, dopo il gran desinare e la gran cena per il matrimonio del fratello maggiore, oppure a Roma, dove il babbo ha promesso di portarlo durante le vacanze scolastiche se continuerà ad ottenere un ottimo profitto. Così potrà vedere quei bei monumenti e anche quello di Garibaldi, la Chiesa di Roma ed anche il palazzo del Re, come scrive nel febbraio di quell'anno. Forse Delio pensava che il palazzo del re non fosse molto diverso da quelli descritti nelle fiabe che si leggevano ancora alla sua età... e comunque non sarebbe mai riuscito a vederlo perché sarebbe stato ucciso dalle forze dell’ordine solo qualche mese dopo, il 5 maggio, durante una manifestazione nella piazza del Comune di Sesto contro il rincaro del prezzo del pane.

Il quaderno di Delio Contini ritrovato dagli eredi è stato donato all’Archivio del Comune di Sesto Fiorentino, individuando in questo istituto il luogo ideale per la conservazione e la fruizione al pubblico di quello che altrimenti sarebbe rimasto solo “un ricordo di famiglia”. E’ stato oggetto, insieme ad altri documenti, di una mostra intitolata Sesto Fiorentino, 5 maggio 1898, una giornata particolare rivissuta attraverso documenti inediti, realizzata nel maggio 2008 nel 110° anniversario dei fatti. Successivamente grazie anche all’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica nacque una pubblicazione Quel maggio di sangue 1898 Sesto Fiorentino… l’ultimo quaderno di scuola di una delle vittime: lo scolaro Delio Contini (ed. Aska, 2010).

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