Archivi in Toscana

Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi

Archivi toscani nel mondo. Parte II

a cura di Elisabetta Insabato, 15 ottobre 2015

L'Archivio di Palazzo Gondi

Palazzo Gondi, Firenze

Sicuramente la perdita più grave è quella rappresentata dal furto perpetrato probabilmente tra il 1999 e il 2000 ai danni dell’archivio Gondi del ramo di Amerigo di Bernardo (SIUSA alla voce Gondi, ramo di Amerigo di Bernardo).

I documenti erano conservati in un’ala di palazzo Gondi, situato in piazza San Firenze, il cui restauro completato nel 2010 ha riportato a nuova vita una delle più imponenti dimore rinascimentali della città di Firenze. Le carte riguardavano non solo i Gondi, ma anche le famiglie fiorentine dei Gianfigliazzi, Ricciardi, Martelli, Manetti e Tornabuoni, i de Vecchi di Siena e i Geraldini, antica famiglia di Amelia. Fra i documenti sottratti particolare importanza rivestivano i carteggi mercantili e familiari dei Gondi, a partire dalle lettere destinate ad Amerigo Gondi (1563-1579), tra le quali si segnalavano alcune lettere di S. Caterina de’ Ricci, altre al padre Bernardo di Antonio; le lettere mercantili dei Martelli, da quelle indirizzate a Ilarione di Bartolomeo, ai figli  Bartolomeo e Tommaso, fino a Raffaello Martelli (1564-1590), del quale si segnala un carteggio con Pierantonio Bandini, all’epoca a capo di uno dei più importanti gruppi finanziari agenti in Roma (oltre 400 lettere, 1564-1586); e ancora gran parte dei registri e scritte patrimoniali Gianfigliazzi, a partire dal secolo XVI, portate da Maria Teresa, figlia del Balì Giovan Battista Gianfigliazzi dell’Ordine di S. Stefano, andata in sposa ad Amerigo Gondi nel 1750, e infine le carte di Angelo Geraldini, ambasciatore di diversi Papi (1422-1470).

Grazie agli antichi repertori ottocenteschi rimasti, che rispecchiavano ancora fedelmente il contenuto delle filze del fondo Gondi, e grazie anche ad elenchi del carteggio mercantile compilati nel Novecento, è stato possibile identificare una parte del materiale sottratto e nello stesso tempo controllare quanto è rimasto. Delle scritte patrimoniali e dei registri del Fondo Gianfigliazzi, Manetti, e de Vecchi, privi  di strumenti di corredo, non è stato invece possibile ricostruire la reale consistenza.

Tuttavia l’elenco delle migliaia e migliaia di documenti sottratti è stato reso pubblico grazie anche alla collaborazione del Nucleo Tutela Patrimonio del Corpo dei Carabinieri, e i principali antiquari a livello internazionale che commerciano in libri e documenti antichi sono stati invitati a fare le opportune segnalazioni alle autorità, trattandosi di materiale oggetto di furto.