Archivi in Toscana

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Il giornale della tutela

Le sorti dell’archivio

Risulta che,  ancora Ippolito vivente,  l’intero archivio Venturi e Venturi Ginori Lisci fosse conservato a Firenze nel palazzo Venturi di Via della Scala, dove rimase almeno fino alla seconda guerra mondiale.
Dal matrimonio di Ippolito con Tecla Rucellai, nel 1882, nascevano: Roberto (1883-1965), Nello (1884-1943) e Maria Anna (1892- ?) che andava in sposa a Migliore Torrigiani Guadagni. E’ al livello di questa generazione che il patrimonio Venturi venne diviso tra i tre: in particolare a Roberto andavano la fattoria di Carmignano e quella di Collina (Calenzano) e a Maria Anna la fattoria di Belmonte (Antella).
Lo stesso destino subiva l’archivio Venturi. Quando si attivò la vigilanza della Soprintendenza archivistica per la Toscana successivamente alla legge del 1939, il marchese Roberto ne possedeva una quota, di cui facevano parte le carte Magalotti, oltre alla preziosa biblioteca dei Magalotti poi andata dispersa. Le carte Magalotti nel 1970 confluiranno nell’Archivio di Stato di Firenze, mentre un  complesso di documenti patrimoniali restavano in possesso del figlio Paolo e, nel 1978, venivano dichiarati di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana. Sono questi ultimi a costituire l’oggetto del presente sopralluogo.

Per quanto riguarda il resto dell’archivio Venturi solo nel 1980 la signora Donella Torrigiani, figlia di Maria Anna, denunciava la presenza nella Fattoria di Belmonte di un grosso nucleo di carte familiari (per oltre 1600 unità), probabilmente rimasto a Belmonte dal tempo del ricovero in campagna per motivi bellici. Questo secondo nucleo fu poi venduto allo Stato e consegnato anch’esso all’Archivio di Stato di Firenze.

L’archivio oggetto dell’attuale ricognizione è sempre rimasto nelle mani dell’unico figlio maschio di Roberto, il marchese Paolo Venturi Ginori Lisci (1915-2001).

In occasione del riscontro dei documenti gli scriventi hanno stilato un elenco sommario (che viene inserito nel relativo fascicolo di tutela) e dato una numerazione di corda unica, apponendo fustelle numerate su ogni unità archivistica. Sono al momento rimaste esclusi dall’elencazione precisa, unità per unità, i registri della amministrazione otto-novecentesca della fattoria